Full Mtal Panic Counter Strike 5° Parte, We Fight For Peace

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Tuatha De Danann
view post Posted on 7/1/2013, 14:07     +1   -1




Ed eccoci giunti all'inizio di una nuova avventura! :yoyo_e__e.gif:
Ormai le chiacchiere stanno a zero. La sopravvivenza della Mitrhil è in grave pericolo, da un lato deve fronteggiare le aggressioni dei suoi storici rivali, gli Stati Uniti D'America, ai quali non va per niente a genio l'essere surclassati in termini di potenza militare, mentre dall'altro deve guardarsi da Amalgam che preme affinchè scoppi una guerra che destabilizzi il precario equilibrio mondiale.
In mezzo a tutto questo caos riuscirà Jackson ad ammazzare Kassim? Riuscirà a dichiarare tutto il suo amore per la dolce Tessa? Questa lo accetterà?
Le risposte a queste e ad aòtre domande sono celate in questa parte! :cracker:
Buona lettura!

Capitolo 25
17 Aprile 08:00 ZULU (Ora della costa ovest degli Stati Uniti)
Sala conferenze del Pentagono Arlington Virginia

In politica una delle regole fondamentali è che se devi raccontare una bugia devi raccontarla il prima possibile, per questo motivo non appena la ODIN aveva abbandonato la sua posizione sopra il bersaglio Jackson era salito sul primo volo diretto in patria per dire al mondo quello che aveva fatto, lasciando il comando delle operazioni a Turner.
Questa non era la sua prima conferenza stampa, nonostante la logica vorrebbe che i Whispered restassero segreti, ma quella era la prima volta che parlava al pubblico di persona. Le altre volte si era limitato a parlare tramite telefono.
Trattandosi di una personalità di spicco e che era la prima volta che si mostrava in pubblico l'affluenza di giornalisti era stata incredibile. Nonostante la segretezza che lo avvolgeva, per certi versi, tutti sapevano chi era Andrew Jackson. Non sapevano dove fosse nato o come avesse ottenuto quel titolo, ma le sue imprese erano leggenda. Per evitare che qualche agente della Mitrhil, camuffato da giornalista potesse attentare alla sua vita, era costantemente scortato da agenti in uniforme.
<<in diretta dal Pentagono per Tokyo News Shin Kydoryama, siamo in attesa del Generale dell'Aviazione, Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate degli Stati Uniti Andrew Jackson, il giovanissimo ragazzo che a soli diciotto anni, grazie alla sua arte bellica e al suo inestimabile apporto nel garantire la sicurezza della nazione si è guadagnato l'onore e l'onere di rappresentare oggi gli interessi militari degli Stati Uniti, che darà spiegazione su quanto è accaduto la notte scorsa. La vicenda è avvolta nel più assoluto riserbo ma la teoria più accreditata indica l'uso di un qualche tipo di arma sperimentale di nuova generazione>> commentava il giornalista mentre il suo cameraman lo riprendeva.
L'evento era trasmesso in diretta mondiale e aveva attirato giornalisti da tutto il mondo, incollando ai televisori persone di ogni età, che si si interessassero alle vicende militari o meno. A Yokosuka la trasmissione era seguita sopratutto per vedere come si sarebbe comportato il giovane generale nei confronti dei giornalisti assillanti.
Anche al Liceo Jindai la trasmissione era seguita, le lezioni erano state temporaneamente sospese per vedere la conferenza, così avrebbero capito cosa era successo la notte prima quando il cielo si era illuminato a giorno.
Jackson, che per l'occasione indossava la sua alta uniforme, con il sigillo del Chief of Staff of the United States Air Force, un contorno bianco, con all'interno un cerchio blu al cui centro erano raffigurate due ali d'oro sotto le quali c'era una stella bianca col centro rosso su una spalla e sull'altra l'emblema del Chairman of the Joint Chiefs of Staff, un cerchio fatto di corda al cui centro c'erano due spade incrociate e due parallele sotto una bandiera americana stilizzata a scudo, stava percorrendo il corridoio che lo avrebbe portato sul podio nel mentre veniva ragguagliato su come avrebbe dovuto condurre la conferenza.
<<generale, questa è una rassegna stampa molto delicata, sarebbe sconveniente se si lasciasse sfuggire qualcosa di difficilmente ritrattabile, pertanto la invito ad attenersi scrupolosamente al comunicato>> disse uno della scorta dandogli un plico di fogli.
<<sì... sì...>> rispose Jackson annoiato e con passo fiero fece il suo solenne ingresso ammutolendo la platea.
Solo il fruscio dei flash rompevano un silenzio altrimenti assoluto. Il suo portamento era degno dei suoi colleghi più anziani, tanto fiero e impassibile da incarnare e ostentare perfettamente la potenza della sua madrepatria.
Raggiunto il podio, alle sue spalle era affisso l'emblema del Pentagono, Jackson diede una rapida occhiata al documento che gli era stato consegnato e con aria disgustata lo accartocciò e lo gettò alle sue spalle. Questo gesto turbò profondamente i giornalisti, ma era stato tutto calcolato: sapeva di dover coprire una cosa illegale e se si fosse limitato a leggere il comunicato, pochi l'avrebbero bevuta, con quel gesto dava l'impressione di voler dire la verità anche se in realtà avrebbe detto le stesse cose del documento, con le dovute modifiche.
<<so che non è molto ortodosso, ma vorrei iniziare ponendovi io una domanda: Qualcuno di voi ha paura?>> chiese Jackson, dietro le quinte quelli che avrebbero dovuto impedirgli di andare fuori tema cominciarono a sudare freddo sapendo di non poterlo fermare.
Nessuno rispose subito all'appello ma dopo poco tempo qualche timida mano si sollevò in risposta.
Jackson sorrise malignamente <<bene questo significa che il nostro deterrente funziona>>
A quella risposta tutti i giornalisti balzarono in piedi bramando spiegazioni, lo sfrigolio dei flash si fece più serrato e i reporter sembravano sul punto di scattare e saltargli al collo pur di estorcergli maggiori informazioni. E queste non si fecero attendere oltre.
<<ieri sera, alle ore 21:59, ora del Giappone, dopo quasi due anni dal suo completamento, su mio ordine è stato condotto il primo test del sistema d'arma implementato sulla nostra stazione spaziale militare orbitale Orbital Defense Iniziative. Il bagliore che avete visto era la conseguenza dell'impatto di un penetratore cinetico accelerato tramite campi magnetici. Il punto d'impatto era in pieno oceano. La velocità all'impatto è stata stimata pari al 30% di quella della luce>>
I giornalisti scattarono di nuovo bombardandolo di domande ma Jackson rimase imperturbabile, i suoi lineamenti sembravano paralizzati. Una domanda in particolare riuscì a sovrastare tute le altre.
<<in relazione a una bomba atomica qual'è la potenza di questa nuova arma?!>> sbraitò una giornalista di un'emittente tedesca.
<<la ODIN è stata concepita per essere la nuova generazione di armi non convenzionali. Possiede una potenza mille volte superiore a quella della più potente arma termonucleare mai sganciata>>
<<quali sono i potenziali effetti sull'ambiente?>> chiese un altro, il suo tesserino lo identificava come un giornalista australiano.
“Maledetti ambientalisti... morirete anche voi, e un giorno prima di me” saettò nella mente del ragazzo.
<<trattandosi di un'arma cinetica, il suo impiego non costituisce alcun rischio ambientale. Per questo motivo, con l'autorità di cui sono investito, proclamo il totale e immediato smantellamento dell'arsenale nucleare americano>>
La notizia colse completamente alla sprovvista i reporter, non era mai trapelata alcuna informazione su un simile progetto, anche se l'idea di tenere solo la ODIN come deterrente era già stata decisa anni prima, lo stesso giorno del suo completamento. Solo allora i reporter compresero la vera natura della ODIN; doveva essere un'arma di indicibile potenza, più di quanto potessero immaginare.
<<una domanda! Ci è appena giunta notizia secondo cui il laboratorio della US Navy situato alla Marcus Island, insieme all'isola stessa sia esploso, esiste forse un nesso tra questo tragico evento e la stazione spaziale?>> domandò un reporter in collegamento con la sua redazione.
Jackson per la prima volta dall'inizio della conferenza mostrò un briciolo di, falsa, emozione; assunse un'espressione cupa, ma la sua espressione si scurì ancora di più quando vide un'ombra passargli davanti.
<<questo non rientra nell'ordine del giorno della conferenza, ogni altra domanda dovrà riguardare l'argomento in oggetto. Inoltre al momento non possiamo negare né confermare una correlazione tra la ODIN e l'incidente della Marcus Island>> si intromise uno dei supervisori di Jackson che come un fulmine era uscito da dietro le quinte e aveva spodestato il ragazzo dal microfono.
“Idiota!” lo insultò mentalmente Jackson. Quello stupido aveva rovinato tutto, grazie alle sue mezze verità era quasi riuscito a propinare in modo convincente il dispaccio, stava aspettando con ansia quella domanda, la domanda più scomoda sarebbe diventata il fulcro della sua difesa, ora doveva improvvisare e spettacolarizzare.
<<si questo è vero, ma mi piacerebbe Rispondere Comunque!>> sibilò Jackson con un tono e uno sguardo che non ammettevano repliche, e temendo una punizione tremenda l'uomo si fece da parte.
Primo requisito ottenuto: fare la parte della persona onesta.
<<quello che il mio collega voleva dire è che non esiste correlazione tra la ODIN e il MSRDEC, ciò che è accaduto là è stata una disgrazia, un velo oscuro sulla gloria di questo giorno, e al momento non siamo ancora in grado di determinare con esattezza la dinamica. Sappiamo che qualunque cosa sia successa è avvenuta quasi in contemporanea con il test ODIN>> ammise Jackson.
<<un'intera isola è scomparsa e non avete idea di come sia successo? È piuttosto inverosimile>> incalzò il medesimo giornalista.
<<non così tanto a dire il vero. L'incidente è avvenuto meno di ventiquattro ore fa e la deflagrazione non ha lasciato, come ha giustamente sottolineato, nemmeno una briciola quindi è più complesso determinare cosa sia successo. Le teorie non sono definitive e per questo non voglio sbilanciarmi ma stando a quello che dicono i tecnici sembra che ci sia stato un guasto nei super condensatori del sistema anti balistico HELLADS, questo ha causato una reazione a catena con gli effetti che lei ha elencato>> replicò Jackson tornando a sfoggiare la sua espressione glaciale.
<<una domanda. Crede che questa nuova arma possa destabilizzare l'equilibrio del potere?>>
<<assolutamente no. La ODIN è stata costruita per portare pace. Molti strateghi hanno progettato armi basandosi sulla convinzione che l'arma migliore fosse quella che non si deve usare mai, le armi atomiche ne sono state un triste esempio, io onestamente non concordo, io preferisco “L'arma che si deve usare solo una volta”. E vi posso garantire di persona che da adesso in poi i nostri nemici non vorranno più uscire dai loro covi, se così non dovesse essere... Dio protegga i nemici degli Stati Uniti!>> concluse Jackson con ardore alzando il pugno verso la folla in segno di vittoria e potenza.
L'intera platea rispose alla sua affermazione con un'immediata e totale standing ovation. Simultaneamente i reporter si alzarono dalle sedie e iniziarono ad applaudirlo; la sua frase di chiusura aveva sortito l'effetto voluto: far accettare al mondo l'esistenza della ODIN e della sua messa in funzione, mascherando al contempo i reali eventi di quella sera. Jackson era tutto sommato soddisfatto e poteva dire di aver fatto un buon lavoro ma il suo buon umore fu rovinato quando guardò la folla che abbandonava la sala, aveva la sensazione di aver visto qualcuno che non avrebbe voluto vedere.
Espletati tutti i formalismi come foto di rito in compagnia di senatori, e congratulazioni ricevute dai vari esponenti militari e civili, incluso l'amministratore delegato della ArmsTec, Jackson, tallonato dalle sue guardie del corpo, si mescolò alla folla alla ricerca dell'uomo che aveva intravisto e dopo aver girovagato in cerchio avvicinandosi sempre di più alle uscite lo vide.
<<non credevo avesse il coraggio di mostrarsi in pubblico, signor Borda>> disse.
Borda trasalì, chi poteva conoscere la sua identità? Abbinando il suo commento al fatto che lavorava per un'organizzazione segreta significava che aveva attirato l'attenzione di qualcuno che conosceva i suoi trascorsi. Cautamente si voltò e si trovò di fronte Jackson.
<<potrei dire la stessa cosa di te>> replicò Borda cercando di mostrarsi calmo, anche se la voglia di sparare a quel maledetto era fortissima.
Jackson ridacchiò <<potete scusarci?>> chiese rivolgendosi ai suoi body guard.
<<ma signore...>> cominciò uno dei due.
<<levatevi dalle palle!>> intimò il ragazzo mostrando la sua insofferenza per la situazione. Come se lui, non fosse capace di difendersi da solo.
Con aria contrariata i soldati alla fine ubbidirono.
<<allora... cosa porta qui la Mitrhil, nonché il mentore della cara Teresa? Oh sì... spero che lo spettacolo...>> Jackson non finì la frase che Borda esplose.
<<cosa le hai fatto maledetto?!>>
<<reazione interessante>> rispose Jackson con aria inquisitoria.
<<cosa c'è di interessante?>> ringhiò l'uomo.
<<sapendo del vostro grado di parentela si spiegherebbe come una simile incompetente sia finita a capo della flotta>>
Borda era livido di rabbia e dopo l'ennesima insinuazione cadde nel subdolo tranello del ragazzo. Gli si avventò contro serrando la presa attorno al colletto della sua uniforme.
<<ascoltami bene pezzo di stronzo tu non sai un bel niente né di me né di lei! Teresa è più forte di quanto pensi. Prova anche solo a sfiorarla e giuro che ti ammazzo con le mie mani. Hai capito?!>> sbottò Borda scuotendo con forza il ragazzo.
<<la invito a controllarsi, signor Borda. Ci tengo a farle notare la posizione in cui si trova: se in risposta a questa situazione io le sparassi sarebbe legittima difesa, ma se lei mi aggredisse farebbe la parte del terrorista screditando completamente la sua organizzazione>> disse con un ghigno.
Borda digrignava i denti, il ragionamento di Jackson era corretto, ma era proprio il dover ammettere che aveva ragione era la cosa che lo irritava di più ma alla fine fu costretto a lasciarlo andare, ma non prima di avergli dato l'ultimo strattone.
<<che cosa vuoi?>> ringhiò Borda.
<<nulla. Solo farla incazzare...zietto>> replicò con scherno Jackson mentre si aggiustava la cravatta.
<<e' stata Teresa a dirtelo?>>
<<no>> rispose Jackson in tono volutamente poco convincente.
<<cosa le hai fatto?!>> chiese ancora Borda, per nulla convinto della risposta.
<<mai neppure sfiorata. Ho anch'io dei principi>>
<<non dire stronzate una persona non cambia bandiera dal giorno alla notte!>>
<<ma di che stai parlando, zietto?>> chiese Jackson sorpreso. Quel tipo era davvero stupido come la sua pupilla, ora capiva da chi aveva preso Tessa: non si era nemmeno accorto di avergli dato la conferma che qualcosa stava sconvolgendo la Mitrhil dall'interno e che quel qualcosa era Tessa. In qualche modo avevano maturato l'idea che avesse disertato; almeno ora si spiegava come mai le avessero bloccato le comunicazioni.
<<sto parlando dei progetti del Toy Box! Cosa le hai fatto per farteli dare?!>>
In quel preciso istante Jackson comprese. La sua scommessa innocente aveva avuto ripercussioni inaspettate.
Jackson non riuscì a trattenere una risata <<non ci credo... li ho distrutti>> rispose Jackson in difficoltà, scoprire che aveva avuto realmente per le mani i veri progetti del De Danaan e averli distrutti lo fece sentire un imbecille, era partito col presupposto che fossero dei falsi, ma evidentemente la stupidità di Tessa era anche maggiore.
<<non ti credo>> ringhiò Borda, nessuno avrebbe mai fatto una cosa del genere.
<<quindi anche la mia proposta di una tregua è stata cestinata... ma se non era d'accordo bastava dirlo non serviva di certo asfaltare la Marcus Island...>> sospirò Jackson.
<<ora sono io a non sapere di cosa stai parlando>> rispose Borda, era stato lui a distruggere il MSRDEC, quel ragazzo doveva aver preso una botta in testa per non ricordarselo e accusare lui . Era una cosa davvero strana.
<<allora proverò a spiegarmi: So dell'esistenza di Amalgam, sospetto che stia usando l'attrito che c'è tra i nostri eserciti per perseguire i suoi scopi. Con la pupattola avevo programmato un meeting chiedendo l'appoggio del Tenete Colonnello Mardukas, ma per tutta risposta avete attaccato il MSRDEC causando la fuga di un'arma batteriologica sperimentale, prontamente debellata dalla ODIN. Questa è la verità>>
Borda era esterrefatto, non aveva mai impartito un simile ordine e non sapeva nemmeno che si fossero mai intavolate trattative; era tutto troppo strano per essere vero, però qualcosa non quadrava, non c'era nessun motivo per raccontare simili fandonie, eppure non poteva esserci del vero.
<<e se invece Amitt...>> Borda bisbigliò con aria assente.
<<cosa ha detto?>> incalzò Jackson.
<<nulla>> smentì Borda.
<<come preferisce, quindi cosa ha deciso? Se non l'avesse capito le sto facendo formalmente richiesta per un incontro>>
Borda rise <<chi ha bisogno di scendere a patti? Possiamo benissimo schiacciarti. L'attacco al MSRDEC era un test>> anche se non era stato lui ad ordinare l'attacco era imperativo che Jackson lo pensasse, meglio sembrare colpevoli che non avere il controllo, se gli avesse dato ad intendere di non avere il controllo della sua struttura militare Jackson avrebbe potuto interpretarlo come un segno di debolezza.
<<capisco... interessante! Ma con la pupattola come la mettiamo? La farai sparire insieme a noi?>> chiese Jackson, finora usare Tessa come arma si era rivelata una mossa vincente.
<<di questo non ti devi preoccupare>> Borda prese tempo.
<<già ho visto i vostri metodi di esfiltrazione; fanno pena>> incalzò Jackson.
Borda stava per ribattere ma si trattenne quando i due soldati che accompagnavano il ragazzo riapparvero.
<<signore, dobbiamo andare, se vuole assistere>>
<<bene. È stata una chiacchierata illuminante. Ora la saluto, ho un impegno inderogabile>> Jackson si congedò.

17 Aprile 13:24 ZULU (Ora del Giappone)
Base Aeronavale Yokosuka, Giappone

Le condizioni meteorologiche sembravano rispecchiare perfettamente la percezione della tensione generale. Sul continente il sole splendeva in un cielo blu senza nubi, dando una sensazione di tranquillità; la ODIN avrebbe protetto il popolo americano da qualunque nemico. Atmosfera radicalmente diversa aleggiava invece in Giappone dove si sapeva benissimo che usare la ODIN avrebbe causato più problemi di quanti ne avrebbe risolti. Nemmeno ora che si era mostrata in tutta la sua potenza; un'insolita pioggia sferzava la costa.
Tessa e Turner camminavano fianco a fianco riparandosi sotto i loro ombrelli, Tessa da quando aveva assistito all'incommensurabile potere distruttivo del cannone elettromagnetico non era più uscita dalla sua stanza, l'idea di aver visto delle persone venir disintegrate davanti ai suoi occhi l'aveva turbata profondamente. Era già la seconda volta che succedeva.
<<come ti senti?>> chiese Turner rompendo il silenzio.
<<come vuoi che mi senta? Impotente! Ma anche molto stupida...>>
<<stupida?>> chiese Turner senza capire.
<<da quando sono arrivata non so perchè ma non riesco ad adattarmi...>> Tessa lasciò la frase in sospeso.
<<abbiamo approcci diversi, ma ricorda, c'è sempre un'alternativa, solo che magari in questo momento non la vediamo>> la rincuorò Turner. È giusto lottare per le proprie idee.
<<tu come ci riesci? Come riesci a essere sicuro di fare la cosa giusta?>> domandò Tessa.
<<non lo sono. Analizzo la situazione, applico una strategia e spero>>
<<eppure sembri sempre così sicuro. Non hai esitato un istante ad acconsentire all'attacco>>
<<era necessario che io non esitassi. È mio compito proteggere i miei uomini>> rispose Turner con l'aria di chi da per assodato un concetto molto semplice.
<<in che senso “proteggere i miei uomini”?>> chiese Tessa, non aveva protetto un bel niente.
<<e' quello il compito di noi ufficiali. Tu devi proteggere i tuoi subordinati, non il contrario>>
<<si ma come? Cosa avresti fatto per proteggerli, e come potrei farlo io?! Guardami!>> Tessa si indicò a a sottolineare la sua scarsa prestanza fisica. Non poteva di certo pretendere che imbracciasse un fucile e andasse in prima linea.
<<non potrai difenderli dal nemico ma puoi proteggerli da loro stessi. Questo è quello che ho fatto>> spiegò Turner.
Tessa rimase pensierosa, comprendeva le ragioni per cui si era esposto tanto e ora cominciava a domandarsi se un discorso simile potesse essere esteso anche a Jackson.
Turner temendo che stentasse ancora a comprendere il suo punto di vista rincarò la dose.
<<quando ero in Afghanistan stavo attraversando una piccola città quando dalla testa del convoglio ci avvertirono di una bomba sulla strada, ci fermammo e mandammo i genieri a rimuoverla. Dopo un po' qualcuno grida di aver visto un uomo con un cellulare dentro una macelleria. In quei momenti l'adrenalina è a mille e pensi solo a sopravvivere, due Marines si misero a correre verso quel tipo ordinandogli di gettare il telefono, quello non li capisce e più quelli si avvicinavano più cresceva il pericolo che facesse saltare la bomba sulla strada o magari una che aveva addosso>>
<<e cosa hai fatto?>> chiese Tessa preoccupata.
<<lo freddai con un colpo al cuore e uno alla testa. Mi sentii morire quando mi dissero che il telefono non era collegato a nulla>>
Tessa rabbrividì e si portò le mani alla bocca. <<non potevi saperlo>> sussurrò dopo aver abbassato le mani.
<<questo non c'entra. In quel momento pensavo solo a sparare prima che lo facesse qualcun altro>>
<<così in caso di errore la colpa è solo tua?>> domandò Tessa.
<<si. Ora non posso chiudere gli occhi senza vedermi la faccia di quell'uomo. Nel tuo caso si traduce nel dare ordini chiari così che anche in caso di errore nessuno possa dubitare di averli interpretati male. Meglio che gli incubi li abbiamo noi che un soldato>>
Sebbene con metodi diversi Turner e Jackson puntavano ad un traguardo comune: entrambi erano lo scudo dietro cui si riparavano i loro subordinati; Jackson si frapponeva fisicamente tra loro e le pallottole, mentre Turner era il loro sostegno morale, aveva molto da imparare da quei due e facendosi un rapido esame di coscienza capì subito dove Mike voleva andare a parare, era come se solo guardandola avesse capito che nelle situazioni critiche il suo lato da chierichetta emergeva falsando il suo giudizio. D'altronde la sua fiera opposizione al bombardamento non era passata inosservata, rendendo le cose ancora più difficili per tutti. Ripensò anche al momento in cui Jackson aveva esitato; era stato un errore, indotto dalle sue parole.
<<ti ringrazio. Sai, preferisco te come insegnante>> ridacchiò Tessa allontanandosi.
Turner si massaggiò i capelli imbarazzato <<oh beh ecco... ma dove vai?>
<<devo fare una cosa>>
Turner la guardò allontanarsi e quando fu distante lanciò un'occhiata al tetto della torre di controllo.
<<aj. Vedi di non rovinare tutto, almeno questa volta>>
Tessa entrò nella torre di controllo, raggiunse l'ultimo piano ed entrò nella sala principale. Dalle finestre dell'edificio più alto della base si poteva godere di una vista impareggiabile ma non quel giorno, i vetri erano appannati da una pioggia battente. Tessa non esitò e scoperchiò il passaggio per raggiungere il tetto, aveva sentito Jackson dire che sarebbe andato lassù e dopo aver percorso la scala ed essere di nuovo uscita all'aperto lo vide, seduto sotto la pioggia con le gambe che ciondolavano oltre il parapetto.
Le dava le spalle e sembrava che non si fosse neanche accorto di lei. Fissava immobile l'orizzonte pensieroso, ma conservava sempre il suo portamento inflessibile.
<<andrew>> lo chiamò Tessa ma non ottenne risposta, Jackson si era accorto di lei ma aveva preferito ignorarla nella speranza che se ne andasse e lo lasciasse ai suoi pensieri.
<<sai, ho riflettuto su quello che è successo>> riprese, ma Jackson continuò a non risponderle; era davvero frustrante.
<<non posso dire che approvo... ma non ti biasimo per infliggermi il tuo silenzio>> Tessa non aveva più idea di cosa dire per farlo anche solo voltare, aveva paura ad avvicinarsi, portava ancora i segni della caduta e non voleva fare il bis.
<<se vorrai ancora parlarmi io sono qui>> disse la ragazza sconsolata e ombrello alla mano si allontanò. Era quasi arrivata al corrimano della scala che Jackson si decise a rompere il silenzio.
<<insolita, nevvero?>> chiese il ragazzo senza comunque distogliere lo sguardo dall'orizzonte.
Tessa sentendolo parlare si voltò e si avvicinò di qualche passo ma non aveva idea a cosa si riferisse.
<<la pioggia, intendo>> precisò Jackson voltandosi a sua volta, la pioggia aveva creato un rivolo d'acqua che scendeva lungo la visiera del berretto da ufficiale.
Tessa lo guardò perplessa e allungò una mano fuori dall'ombrello esponendola alla pioggia e percepì immediatamente che quella non era pioggia normale. Le gocce erano insolitamente grandi, quasi della grandezza di un piccolo chicco di grandine ma pur sempre liquida, anche al tatto appariva leggermente viscosa, abbastanza da scivolare via sulla pelle lasciando una sensazione di bagnato appena percettibile.
<<sapevi che sarebbe successo?>> chiese Tessa comprendendo solo ora il motivo della sua fretta a salire lassù.
<<no, ma lo avevo ipotizzato e devo dire che è meglio di quanto mi aspettassi>> rispose Jackson.
<<hai pensato che i proiettili d'osmio a temperatura e pressione elevate tendono a trasformarsi spontaneamente in iridio che degrada gli inquinanti lasciando solo acqua?>>
<<precisamente>>
Tessa si avvicinò a lui, abbastanza da ripararlo dalle intemperie, in quel frangente Jackson le apparve sotto una luce diversa, era tornato ad essere quell'imperscrutabile miscela di logica e sensibilità che aveva imparato ad apprezzare, ma questa volta con un pizzico di luminosità in più. Qualcosa era cambiato nel suo animo e Tessa era contenta di essere stata l'artefice del suo cambiamento.
<<andiamo al coperto prima che ti prenda un raffreddore>> lo esortò Tessa, sebbene riparata sotto l'ombrello pativa un certo freddo; il vento in cima alla torre era gelido per lei che era asciutta, figurarsi per Jackson che era completamente fradicio.
<<preferisco aspettare che smetta>> rispose Jackson voltandosi nuovamente a fissare il nulla. Chiuse gli occhi e sprofondò nei meandri del suo subconscio.
Tessa si aspettava una simile risposta e capì subito cosa gli frullava nella testa. In psicologia lo chiamavano “Senso di colpa del sopravvissuto”.
<<andrew non avevi scelta! Non potevi sapere che quel virus si sarebbe disperso! Farti del male ammalandoti non cambierà nulla!>>
Jackson sgranò gli occhi furente, non si era mai sentito tanto umiliato in tutta la sua vita, quell'impertinente aveva osato giustificarlo. Ma era un sentimento palesemente fasullo, non lo giustificava affatto, era solo un sentimento di riflesso, emerso solo perchè non era stato sufficientemente freddo a dare subito l'ordine di procedere. L'ipocrisia non la sopportava.
Jackson rise sguaiatamente, mentre veniva percorso da un fremito <<sei un'inguaribile ottimista>> sibilò appena ebbe ripreso fiato.
Tessa rabbrividì, quella risata così sfacciata e quella premessa non erano un buon segno.
<<c... Cosa vuoi dire?>> balbettò la ragazza. Aveva paura di conoscere la risposta a quella domanda. Ma eppure per quanto Jackson potesse avere dei metodi davvero esecrabili non l'avrebbe mai creduto capace di uccidere a sangue freddo delle persone senza un motivo più che valido.
<<credevi sul serio che non avessi previsto la fuga di Alexandra? L'uso della ODIN era solo un capriccio>>
Tessa si irrigidì e l'ombrello le sfuggì di mano. Quella pioggia che prima considerava quasi benefica ora la disgustava. Sentì una fitta al petto; guardandolo Tessa vide che non sembrava minimamente turnato dalla sua ammissione, anzi ne era decisamente divertito, divertimento accentuato dal fatto di aver colto nel segno.
<<come puoi dire una cosa simile?! E' uno scherzo di pessimo gusto. Ma non hai una coscienza?!>> urlò la ragazza, era ovvio che lo stava dicendo solo per un suo giochino perverso ma c'era un limite a tutto.
<<sono serissimo. Volevo provare la ODIN. Dopo due anni dal suo completamento avevo potuto svolgere solo simulazioni al computer, volevo vedere quanto era realmente potente. Alexandra è stato il casus belli ideale>>
Ma perchè continuava ad illudersi? Ogni volta che quel mostro faceva qualcosa di appena migliore dei suoi standard di crudeltà, subito credeva che si fosse in qualche modo cambiato e appena decideva di dargli fiducia non esitava a ripagarla con indicibile sofferenza.
<<bunny...>> cominciò Tessa ma le parole gli si strozzavano in gola.
<<rientrava nei danni collaterali accettabili. Nel caso non avessi ancora capito ho ucciso il tuo ormai Ex ragazzo perchè mi andava di farlo>>
Tessa era immobilizzata, avrebbe voluto andarsene, scappare il più velocemente e il più lontano possibile da quell'abominio di persona ma non ci riusciva, la serenità con cui parlava di come e perchè avesse fatto quello che aveva fatto era qualcosa che non aveva mai visto in nessun'altra persona, era come se la sua psiche si fosse levata ad un livello sovrumano. Non poteva far altro che ascoltare e tremare; avrebbe dato qualunque cosa per vedere la sua faccia in quel momento.
<<non ti biasimerei se ora mi buttassi di sotto>> aggiunse pacatamente.
Tessa sgranò gli occhi. Voleva forse morire? E aveva scelto lei come boia? Perchè? Non era più semplice buttarsi da solo o spararsi?
<<sei la persona più ignobile che abbia mai conosciuto!>> mugugnò Tessa voltandosi di scatto e correndo il più velocemente possibile, non sarebbe rimasta li un altro secondo. Ma appena si voltò cozzò contro un trio di soldati che li avevano raggiunti.
<<e' caldamente invitata a seguirci>> disse uno dei soldati.
<<la devi aver fatta grossa questa volta se sono venuti a prenderti armi in pugno>> esclamò Jackson senza voltarsi, ormai era capace di riconoscere se una persona era armata semplicemente ascoltando l'eventuale tintinnio metallico dell'arma.
<<anche lei, signore>> aggiunse il soldato.
<<mmm?>> la faccia di Jackson si increspò in una smorfia di disappunto; si sarebbe perso quella meravigliosa pioggia, ma per sua fortuna il tempo fu dalla sua parte, di colpo smise di piovere, e come se avesse appena finito di vedere un film si alzò e senza dire una parola precedette i soldati giù per le scale.
Alla Centrale Tattica erano ansiosi del loro arrivo, preceduto dallo squittio delle scarpe fradice di Jackson che appena entrò seminò un fiume d'acqua sul pavimento. Turner osservava con aria preoccupata l'amico. Una volta entrata Tessa vide che Kaname aveva subito la sua stessa sorte, alle sue spalle c'era una coppia di guardie armate.
<<spero che sia importante>> esordì Jackson contrariato.
<<ma stai bene?>> chiese Turner guardando l'amico che sembrava appena uscito da una piscina.
<<potrei farti la stessa domanda>> sviò lui.
<<signori, non per essere scortese ma potremmo non avere molto tempo>> si intromise Owen, dal suo tono si capiva cosa bolliva in pentola, e non era nulla di buono.
<<bene sbrighiamoci; detesto lasciare le cose a metà>> brontolò Jackson lanciando un'occhiata eloquente in direzione di Tessa.
<<ho voluto riunirvi qui perchè è evidente che la questione ci sta sfuggendo di mano. Alla Mitrhil stanno preparando qualcosa e a capeggiare le manovre c'è Borda>> spiegò Turner.
<<cosa vuoi dire?>> chiese Tessa.
<<intendo dire che dopo la conferenza alla Mitrhil credono che useremo la ODIN contro di loro>>
<<ed è proprio quello che abbiamo intenzione di fare>> guaì Jackson. Non era poi una cattiva idea, aveva pensato alla cosa sin dall'inizio e visto che la Mitrhil lo pensava tanto valeva dargli la soddisfazione di avere ragione.
<<smettila!>> lo rimproverò Turner, aveva già tentato un approccio di forza ma avevano visto tutti quali effetti aveva prodotto, i rapporti con la Mitrhil erano al minimo storico e continuavano a peggiorare. Vedendo con quanta tracotanza si era espresso Turner, Jackson decise di lasciarlo fare, magari avrebbero potuto aprirsi delle nuove alternative.
<<non mi sorprende, visti i precedenti>> Tessa rimase vaga, ma il riferimento a Jackson era palese, ma la cosa non sembrò turnarlo minimamente.
<<capisco la loro preoccupazione> ammise Turner.
<<quindi cosa hai intenzione di fare?>> chiese Kaname che ancora non capiva perchè fosse stata portata lì con tanta urgenza.
<<potremmo rimpatriare una percentuale delle nostre forze offensive, stavo pensando al 9° TFS, così la nostra superiorità aerea non sarà più così schiacciante...>>
<<pessima idea>> lo interruppe Jackson.
Turner gli lanciò un'occhiataccia, ma non lo capiva che stava cercando di evitare una guerra? Per un istante si immaginò la faccia di Leonard, stretto nel suo lungo impermeabile che osservava l'evolversi della situazione con un ghigno di soddisfazione, convinto che Jackson avrebbe fatto il suo gioco, e i quel momento non poteva dargli torto.
<<ascolta! Tu stanne fuori ok? Fammi fare a modo mio, se fallisco potrai far esplodere tutto quello che vuoi>>
Jackson ci pensò su un attimo, avere carta bianca al costo di astenersi dal commentare? Interessante!
<<mi sembra ragionevole>> rispose.
Turner tirò un sospiro di sollievo, ma aveva solo rimandato il problema; se la Mitrhil avesse messo in atto i suoi propositi non avrebbe più potuto fermare il suo amico dal grilletto facile.
<<posso rispettosamente chiedere che almeno uno dei Geopelia rimanga? Diciamo... Metal>> chiese Jackson.
<<perchè?>>
<<mi sento solo>> Jackson fece spallucce.
Turner ci pensò su, Jackson non aveva motivo per rompere la sua promessa, aveva troppo da perdere per rischiare tutto con un solitario MANTA, quindi c'erano buone probabilità che lo tenesse solo per eccesso di zelo.
<<va bene, ma smobilita anche la divisione aviotrasportata di Nellis e il 20% della fanteria>>
<<mi sembra ragionevole>> convenne Jackson, era più di quello che sperava, evidentemente Turner non era poi così sicuro di farcela a modo suo, e voleva lasciargli almeno qualche asso nella manica nel caso si profilasse il peggio.
Kaname guardava quei due che discutevano come se fossero al supermercato e decidessero quali prodotti in offerta comprare, ma continuava a non capire cosa centrassero lei e Tessa in tutto questo, stavano facendo tutto loro.
<<ma si può sapere perchè ci avete chiamate?>> chiese alla fine.
<<per essere testimoni, noi siamo pronti a una trattativa. Mi sarebbe sufficiente avvicinare Borda...>>
<<a proposito di avvicinarlo... sai che me lo sono trovato ad Arlinghton?>> lo interruppe Jackson con un sorriso.
Turner rabbrividì, lui, da solo con Borda, troppo lontano da essere controllato; Dio solo sapeva cosa gli aveva detto.
<<ha blaterato qualcosa sui progetti del TDD, diceva che erano veri o scemenze simili>>
<<e' così>> disse Tessa.
<<coosa?!>> ringhiò Jackson fuori di sé, per poi ricomporsi quasi all'istante. <<ok, sono calmo sto bene>> disse togliendosi il berretto e passandosi una mano tra i capelli.
<<avevamo un accordo>> spiegò Tessa sorpresa dalla sua reazione.
<<teresa, regalare informazioni Top Secret, in questo periodo in particolare, dimostra un livello di inettitudine che rasenta l'imbecillità, e te lo dico con tutto il garbo possibile>> Jackson parlava con estrema lentezza, a dimostrazione di quanto cercasse di non esplodere in una manifestazione di ira funesta.
<<i... Imbecillità? Me lo avevi proposto tu! Perchè mi aggredisci?!>> mugugnò la ragazza.
Jackson non riuscì più a trattenersi <> era furioso, più con se stesso che con lei, non poteva credere di aver avuto tra le mani i veri progetti del più micidiale sottomarino al mondo e di averli distrutti. Mai avrebbe pensato che Tessa arrivasse a tanto, era logico pensare che fossero dei falsi.
<<quindi anche gli schemi dei MANTA erano falsi>> ipotizzò Tessa memore che anche Jackson si era giocato i suoi.
<<certo!!!>> Jackson si sbracciò mentre parlava. <<contenevano un virus, ma il mio orgoglio mi impedisce di perdere>> spiegò il ragazzo, per attuare il suo piano avrebbe dovuto lasciare che Tessa vincesse la sfida, ma l'idea di essere battuto da una donna era inconcepibile.
Tessa non poteva crederci, eppure le era ormai chiaro che di Jackson non ci si poteva fidare, ma credeva che almeno quando prometteva qualcosa si impegnasse a rispettarla. <<sei una persona ignobile>> mormorò.
<<no tesoro, non stiamo parlando di me, quindi fammi la compiacenza di non mettermi in mezzo>>
<<ma...>> cominciò lei.
<<silenzio!>> Jackson le si avvicinò minaccioso << Da quando sei qui non hai combinato altro che casini! Sei una disgrazia, ma la cosa che mi sorprende di più è che tu abbia una visione di insieme che non supera la mezzora! Non sei degna di portare quel grado sulle spalle, sei un insulto per ogni soldato di questo mondo!>> Jackson aveva perso completamente il controllo, e non si sarebbe fermato tanto presto, fortunatamente ci pensò Kaname a spegnerlo con un sonoro ceffone in faccia.
<<ora basta, non tollererò più altri atteggiamenti di questo tipo>> disse.
Improvvisamente il ragazzo si ritrovò a guardare da tutt'altra parte, lo schiaffo lo aveva costretto a girare la testa. Paragonato a quelli di Tessa, quello di Kaname era decisamente più potente ma nonostante tutto ancora ampiamente al di sotto della sua soglia del dolore.
Kaname era davvero sconcertata, aveva già visto Jackson inveire contro la povera Tessa ma mai in modo tanto violento, specialmente sapendo che come lui non aveva altro oltre alla vita militare e infierire in quel modo era stato davvero crudele.
<<ok, glielo concedo>> disse Jackson tornando a guardare Kaname. In quel preciso istante, come se lo schiaffo gli avesse estratto quel ricordo si ricordò di quando Borda aveva brontolato un nome....
<<chi è Amitt?>> chiese Jackson guardando Tessa molto intensamente.
Tessa sgranò gli occhi. Come faceva a sapere di Amitt? Ma sopratutto come poteva sperare che gli rivelasse informazioni sui membri della Mitrhil, specie dopo quello che aveva fatto?
<<non spererai sul serio che te lo dica>> replicò Tessa, aveva già fatto abbastanza danni, non gli avrebbe dato altro vantaggio.
<<posso sempre estorcertelo>>
<<e come? Non farai nulla, me lo hai detto tu che non fai del male a una donna>> lo schernì Tessa, era sicura che non l'avrebbe neanche sfiorata, ma se così non fosse stato Mike glielo avrebbe sicuramente impedito. Non le piaceva usare in quel modo le persone ma questa volta era necessario.
<<ascoltami... molto attentamente... io lo scoprirò comunque, sta a te scegliere se devo usare le buone o le cattive>>
Per tutta risposta Tessa strinse le labbra e scosse debolmente la testa.
<<ok le cattive>> scattò Jackson spazientito ma al posto di lanciarsi verso di lei rimase immobile e chiuse gli occhi, Tessa non capiva cosa volesse fare finchè un brivido non le percorse la schiena, percepiva distintamente dei pensieri che... non erano i suoi!
Era come se qualcosa di freddo le stesse strisciando nel cervello.
“Chi è Amitt?” chiese una voce nella sua testa e i ricordi riguardanti il capo dell'intelligence le affiorarono in una moltitudine di flash.
“Meyer Amitt, grado Generale, capo della divisione di intelligence. Sferriamo un attacco all'isola Marcus. Non possiamo diventare schiavi dell'America!” tra i ricordi che riuscì a carpire trovò anche quelli riguardanti a una riunione segreta del direttivo dell'organizzazione.
<<no! Non voglio!>> Tessa di dimenava come a scrollarsi di dosso un insetto fastidioso, Owen la guardava allibito senza capire cosa stesse facendo, l'unica cosa che sapeva era che in qualche maniera centrava Jackson anche se non capiva come. Non aveva mai visto nulla del genere.
“L'hai voluto tu” le bisbigliò ancora la voce.
Jackson si divertì a frugarle nel cervello ancora per qualche secondo, giusto il tempo di verificare di aver visionato tutto quello che sapeva su questo Amitt per poi interrompere il collegamento.
Tessa era stata messa a dura prova, la sua ferrea resistenza l'aveva stremata e appena fu libera si accasciò sulle ginocchia.
Quando Jackson riaprì gli occhi li sgranò, per lo stupore, tutto lo stavano guardando esterrefatti, ma non era quello che lo disturbava, aveva sempre pensato che fosse borda la talpa, come comandante delle forze militari dell'organizzazione non gli era difficile mobilitarle ma dopo quello che aveva visto non ne era più sicuro.
<<ho sbagliato...>> mormorò fremendo.
Sembrava come intimorito, e lo era, il non essere più sicuro su chi manovrasse i fili rendeva tutto più difficile, si era sempre accanito contro l'esercito della Mitrhil per quello era il problema, ma ora se invece era l'intelligence, aveva sbagliato tutto e aveva fatto il loro gioco. Senza dire una parola uscì. Era stato usato e questo lo faceva infuriare.
Passò di fianco a Tessa come se neanche esistesse e uscì dalla porta.
<<e T STAI A GUARDARE SENZA FARE NULLA?!!!>> gridò Tessa incurvandosi verso il pavimento per lo sforzo.
Kaname intuì subito a che si stava riferendo e lanciò un'occhiata a Turner il quale, scuro in volto restava immobile nella penombra quasi a voler scomparire. Non aveva mosso un dito per fermare Jackson, lo aveva fatto perchè anche lui credeva che sapere quanto più possibile sulla Mitrhil avrebbe giovato, credeva che Tessa sarebbe stata in grado di sopportarlo ma anche che non fosse poi una cosa così tanto sbagliata. Ma ora se ne pentiva, per un istante aveva creduto che il fine giustificava i mezzi, ma Tessa era sua amica e nessuno avrebbe mai meritato un trattamento simile; ora non aveva neppure il coraggio di guardarla in faccia.
Per sua fortuna Owen intervenne a cavarlo d'impaccio; con fare premuroso si avvicinò a alla ragazza e le porse una mano per aiutarla ad alzarsi.
Tessa guardò quella mano dal forte odore di tabacco, aveva ancora un alleato, Turner si era dimostrato un volta faccia; lentamente la afferrò e Owen la sollevò e accompagnò le due ragazze nel suo ufficio, magari un po' di tè avrebbe aiutato a calmarle i nervi.
Owen non era molto bravo a trattare con i giovani, era sposato, ma non aveva mai avuto figli, e questo costituiva un ostacolo nell'instaurare un rapporto di fiducia. In silenzio mise a bollire l'acqua per il tè, aveva visto spesso Tessa berlo e questo poteva costituire un punto di partenza. Il bollitore si mise a fischiare, segno che ormai l'acqua era pronta e Owen ci mise in infusione le foglie della pianta asiatica e dopo alcuni momenti l'acqua assunse un delicato color bronzo scuro.
<<grazie>> mormorò Tessa quando Owen le porse una tazzina colma della bevanda fumante.
Il Capitano terminò di distribuire le porzioni sempre nel più solenne silenzio e lasciò ancora qualche momento di tempo alla sua controparte della Mitrhil di riprendersi mentre sorseggiava a occhi bassi il suo tè.
<<ehm... cos'è successo?>> domandò Owen.
Tessa ebbe un tremito e quasi la tazza le scivolò di mano, sentiva ancora la voce di Jackson che le rimbombava in testa.
<<cosa credi che sia successo?!>> guaì Kaname.
<<troppo diretto?>> domandò l'omo.
Tessa posò la tazzina di ceramica sul tavolo con l'aria di chi dopo quell'affermazione non aveva più voglia di berla, evidentemente il Capotano non era a conoscenza del legame indissolubile che lega i Whispered l'uno all'altro, e visto che era stato così gentile con lei, il minimo che poteva fare era renderlo partecipe, anche per non dargli adito a pensare che fosse pazza.
<<cos'era, uno dei vostri abra cadabra da Whispered?>> incalzò Owen.
<<esattamente lei cosa sa sui Whispered?>> chiese Tessa ponderando bene le parole, già il fatto che conoscesse quel termine indicava che aveva un minimo di conoscenza in materia.
<<nulla, ufficialmente>> replicò Owen. <<ufficiosamente, tutto quello che so l'ho intuito osservando quei due>>
Questo voleva dire tutto e niente. Il Capitano si stava certamente riferendo a Jackson e Turner e come lei, restava molto sulla difensiva, ma se voleva delle risposte doveva cedere.
Si guardò intorno, per assicurarsi di non essere ascoltato e quando lanciò un'occhiata alle spalle di Tessa e Kaname per controllare che nessuno origliasse da dietro lo stipite la sua pupilla ebbe un fremito.
<<non esiste documentazione sui Whispered, almeno non consultabile dai comuni mortali. Ho sempre avuto la sgradevole sensazione che quei due si leggessero nel pensiero, gli bastava guardarsi in faccia per capire cosa pensava l'altro, ma ho sempre creduto che fosse semplice empatia, ma ora non ne sono così sicuro>>
Quindi Turner e Jackson comunicavano abitualmente tramite la Risonanza, a quanto pare non avevano timore delle conseguenze che l'abuso di un simile potere avrebbe portato, stranamente ora Turner appariva incredibilmente simile a Jackson, incurante dei limiti e straordinariamente incline al rischio. Che magari piano piano, ad ogni nuova Risonanza un pezzetto di Jackson rimanesse impresso nella sua mente?
<<non è poi così lontano dalla verità, Capitano. Noi Whispered siamo indissolubilmente legati l'uno all'altro e possediamo una sorta di telepatia, la Risonanza>> spiegò Tessa.
<<quali sono i rischi?>> domandò Owen saltando i preamboli.
Le ragazze rimasero sorprese con quale freddezza analizzasse la situazione, sembrava che non esitasse un secondo ad accettare per veritiere le sue parole, per quanto insolite potessero essere.
<<ha centrato il problema, se abusata questa capacità porta i due Whispered a fondersi>>
<<fondersi?>> ripetè Owen. <<nel senso che gli viene un esaurimento? O magari che gli cola in cervello dagli occhi?>> ironizzò.
<<nel senso che diventano una cosa sola>> si intromise Kaname.
Come se fosse possibile, Owen era più confuso di prima. Spaziava con lo sguardo da Tessa a Kaname per poi riposare lo sguardo sulla prima, cercando di immaginarsi come sarebbe potuta essere una fusione tra le due. La storia era troppo assurda per essere vera, telepatia, fusioni, non potevano esistere nel mondo reale, eppure quello a cui aveva assistito contraddiceva questa sua teoria, non gli restava che stare al gioco.
<<ma in senso fisico?>>
<<no, mentale, deve sapere, che durante la Risonanza mettiamo in condivisione i nostri pensieri, ma se il legame è troppo forte non si è più in grado di separare i propri pensieri da quelli dell'altra persona>> rispose Tessa.
<<un esempio pratico?>> Owen faticava ad immaginarsi il susseguirsi delle azioni decrittategli, per lui un pensiero era qualcosa di immateriale, semplici impulsi elettrici, non avevano forma, o consistenza; anche se su questo punto sveva già dovuto ricredersi quando Jackson e Turner avevano sfornato lo Scimitar Driver.
<<comprendo la sua difficoltà, Capitano, nemmeno io non ho un'idea precisa di come funzioni, però provi a pensare di miscelare tè e latte, una volta fatto è impossibile separarli>> mentre parlava Tessa versava del latte nella sua tazza ancora piena di tè e subito questo assunse un colorito pallido. Kaname ricordava ancora molto bene quando quello stesso esempio era stato usato per spiegarle il medesimo argomento e osservava Owen che piano piano rilassava muscoli facciali in segno di comprensione; non poteva fare a meno di chiedersi se a suo tempo avesse fatto una smorfia simile.
<<capisco. Può essere un problema, ma... permetti?>> Owen si allungò verso il servizio da tè e prese una fetta di limone, ormai era evidente che la tazza di Tessa era diventata il banco di prova. Tessa annuì e Owen strizzò il limone nella tazzina e subito il latte si separò dal tè scendendo sul fondo sotto forma di piccoli fiocchi.
<<non si potrebbe fare una cosa simile anche nei casi di fusione?>> chiese Owen brandendo ancora lo spicchio di limone.
Tessa stava osservando il risultato dell'esperimento e non sapeva come ribattere ma non ne ebbe il tempo, dalla porta si levò un lento e cadenzato applauso e una ristata, Jackson fece il suo ingresso continuando a ridere e ad applaudire in modo irriverente.
<>
Kaname sobbalzò, la sua espressione si poteva tranquillamente riassumere in un “Oh no pure qui?!”
Jackson scrutò i presenti, riservando a ciascuno una diversa occhiata: a Owen toccò una smorfia di compiacimento, in segno di apprezzamento, a Kaname, una semplice occhiata alla “Non ne potevi niente, hai fatto la cosa giusta” mentre per Tessa riservò l'espressione facciale che più gli riusciva meglio, la “Tutto questo casino per una cosa tanto misera?”
<<da quanto ci stai ascoltando?>> chiese Kaname.
<<dall'inizio, mi ha sorpreso che lei Capitano abbia fatto finta di niente>> rispose pacatamente Jackson.
<<in ogni caso non avrei potuto impedirglielo, signore. Ma vorrei che mi fosse chiarito ancora un ultimo punto>> disse Owen. Il suo sguardo era eloquente, aveva un interesse personale per quella faccenda e voleva assolutamente vederci chiaro.
<<prego>>
<<un Whispered può “collegarsi” con una persona normale?>>
“Bella domanda” pensò Kaname, era un'utile informazione di cui si poteva fare l'uso più disparato, anche se pensava che Owen avesse fatto quella domanda per il timore di poter essere stato in qualche modo condizionato a sua insaputa. Il dubbio di non essere più liberi di pensare autonomamente poteva portare alla pazzia.
<<questo non saprei dirglielo...>> Tessa non sapeva bene come rispondere, erano domande molto specifiche e ad alcune delle quali non aveva mai nemmeno pensato, non si sarebbe mai sognata di frugare nella mente di qualcuno, ma fu interrotta da Jackson.
<<no, è impossibile. Tutti i soggetti Whispered finora testati si sono dimostrati incapaci di collegarsi con persone normali>> rispose Jackson categorico.
I “Soggetti testati”? Quest'affermazione implicava il fatto che Jackson avesse condotto esperimenti in tal senso, magari aveva costretto Mike e Bunny a tentare la Risonanza, esponendoli a rischi incalcolabili. Sicuramente lui si era guardato bene dal mettersi in gioco.
<<ci hai provato?!>> chiese Kaname incredula.
<<in battaglia è utile conoscere le potenzialità di ogni armamento>> replicò Jackson in tono da ovvietà.
<<ma chi ti credi di essere per giocare così con la vita delle persone?!>> fece Tessa, quante persone dovevano essere sacrificate in nome della sua smania di potere?
<<non penso che tu possa capire, non sai cosa significhi compiere scelte difficili. Sei solo una squallida imitazione di un soldato. Giochi alla guerra ma lasci che siano solo i tuoi uomini a mettersi in gioco. Mi disgusti. Se le cose non ti piacciono perchè sei ancora qui? Perchè non fai nulla per cambiarle?>>
Kaname gli scoccò un'occhiataccia, quasi on si capacitava di quanto insolente e cinico fosse quel ragazzo. Certo mostrarsi superiori era un buon modo per mettere paura ai propri rivali, con un padre in politica lo sapeva bene, ma qui non si trattava di acquisire una posizione dominante, sembrava che lo facesse unicamente per il sadico motivo di vedere come avrebbe reagito Tessa. Era sorpresa di quanto a lungo avesse tollerato questa sfacciataggine.
<<ora basta! Così non sei di nessun aiuto!>> lo ammonì Kaname, sperava di riuscire a placare il diverbio ma Tessa non aveva nessuna intenzione di lasciare cadere il discorso.
<<perchè?! Perchè mi fai questo? Cos'è cambiato?>> singhiozzò Tessa. Tutti i progressi fatti fino a quel momento, il rapporto che aveva instaurato con Jackson erano andati in fumo. Non poteva perdonarlo per quello che aveva fatto ai suoi commilitoni ma sotto sotto sapeva che non aveva avuto scelta, ma ora sembrava che tutte le belle cose che Jackson... Andrew aveva fatto, tutte le volte che l'aveva consolata, seppur in un modo tutto suo, fossero state finalizzate allo scopo di permettergli di fare ciò che voleva senza che lei potesse impedirglielo. Si! Era sicuramente così ed esserci arrivata solo quando ormai era troppo tardi la riempì di disprezzo verso quel ragazzo ma anche di amarezza; era stato capace di manovrarla a suo piacimento, facendola passare per una traditrice. La sola cosa che le restava da fare era abbandonare le trattative e tornare a Merida. Avrebbe affrontato le conseguenze delle sue azioni, ma sperava ardentemente di potersi misurare con lui sul campo. Così avrebbe dimostrato una volta per tutte quanto poteva essere forte.
<<semplicemente mi sono stancato di dover rendere conto alla Mitrhil di tutto quello che faccio. Questa volta è la fine. Spazzerò via te e tuo fratello dalla faccia della terra>> disse il ragazzo.
<<e questo ti autorizza a manipolare le persone? Ti senti in diritto di distruggermi la vita?!>> sbraitò Tessa.
<<ti devo forse qualcosa? Io non ti devo, proprio un cazzo di niente! L'hai preso nella giacca ninfetta, capita a tutti, anche ai migliori>> scattò Jackson. Credeva ad ogni singola parola.
<<hai ragione, io e te non abbiamo niente in comune. Io sarò anche una stupida ninfetta ma almeno cerco di migliorare, tu invece sei rimasto lo stesso uomo che eri; picco ed insignificante. Senza l'uniforme addosso sei... sei solo un bastardo! Un fallito che una volta era qualcuno!>>
Le urla di Tessa erano perfettamente udibili anche dal corridoio, ben presto un piccolo gruppo si ritrovò a tendere le orecchie per captare i discorsi, da dentro i rispettivi uffici. Una lite come quella non si vedeva molto spesso da quelle parti, ma se molte persone avrebbero voluto vedere la lite dal vivo ma non ne avevano il coraggio, una in particolare non si fece problemi. Turner si accostò alla porta e proprio mentre stava per entrare udì la voce di Tessa pronunciarsi in un modo in cui non avrebbe mai immaginato.
<<sai cosa penso? Penso che la tua ragazza non sia trasferita! Penso proprio che ti abbia lasciato! D'altronde come si può amare una persona come te?>>
Le sue parole ebbero l'effetto equivalente di una martellata in pancia per Turner, figurarsi poi per l'interessato.
Turner non sapeva cosa l'avesse spinta a tanto, e non credeva nemmeno che potesse mai sferrare un simile colpo basso, ma se il suo intento era quello di fare imbestialire Jackson, quella era la via più breve.
Per una frazione di secondo Jackson perse il suo proverbiale autocontrollo; occhi sgranati e sguardo tremante erano i segni del suo cedimento. Per quanto si sforzasse parlare della sua defunta anima gemella gli causava ancora delle crisi di coscienza, specialmente sentirne parlare in toni tanto spregevoli lo riempiva di collera. Nessuno poteva infangare il ricordo del loro amore e passarla liscia. Nessuno!
“NO! Bella mossa non me l'aspettavo, stai evolvendo più rapidamente del previsto ma non ti darò mai la soddisfazione di battermi!” Mentre quei pensieri gli frullavano nella mete e lottava per non infrangere una delle sue regole fondamentali Turner entrò rapidissimo e si affiancò a Jackson, stupendosi di trovarlo esteriormente calmo. Aveva la sua solita faccia priva di qualsiasi emozione.
<<andiamo via>> gli sussurrò.
Jackson non rispose e tornò a fissare Tessa con fare impassibile, solo un impercettibile tic della spalla tradì il suo reale stato d'animo.
<<però... certo che quando vuoi... sai andare molto sul personale...>> un altro tic muscolare concluse la schermaglia, poi Turner trascinò via a forza l'amico.
 
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view post Posted on 7/1/2013, 15:27     +1   -1
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Un nuovo capitolo! Bene! :METALLO:
Capitolo molto avvincente, i miei complimenti per il saper creare suspense senza azione propriamente detta. ;)
Le considerazioni: stupido Borda a cascare nella trappola di Jackson.
Brava Tessa a dare il benservito al bastardone, anche se avrebbe dovuto farlo prima.
Per Jackson: soffri :131ns5: , soffri :yociexp56.gif: e soffri :JFBQ00186070405A.gif: (uh, non l'avevo mai usata questa immagine^^).
 
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Tuatha De Danann
view post Posted on 7/1/2013, 18:28     +1   -1




Ti Ringrazio per i complimenti e ti confesso che sono combattuto. Da un lato il tuo commento mi ha fatto spaccare dalle risate dall'altro però pensavo che almeno in questo momento provassi un po' di empatia per Jackson visto che gli hanno disonorato la sua defunta anima gemella
 
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view post Posted on 7/1/2013, 18:57     +1   -1
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Jackson è un personaggio ben costruito, me ne rendo conto, ma se semina vento, e ovvio che raccoglierà tempesta. Dopo tutto quello che ha fatto a Tessa, insultandola, illudendola e spiando nella sua mente, non poteva certo aspettarsi degli applausi. :yoyo_iie.gif:
 
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Tuatha De Danann
view post Posted on 8/1/2013, 08:53     +1   -1




Applausi! Applausi! Applausi per Jackson! (Lo so mi devo vergognare)
No beh cavolate a parte lui è Jackson, il Signore Oscuro.
Quindi niente empatia... Poverino, mai sentita l'espressione "Il fine giustifica i mezzi?"
Tessa non gli ha mica reso le cose facili però
 
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view post Posted on 8/1/2013, 09:27     +1   -1
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L'espressione la conosco, e la approvo come strumento particolare (perchè quando ci vuole, ci vuole), ma non come strumento ordinario. Tessa e Jackson non riescono a capirsi perchè entrambi eccedono nell'opposto: lei è troppo idealista, lui troppo cinico.
 
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Tuatha De Danann
view post Posted on 8/1/2013, 09:33     +1   -1




E come la mettiamo?
 
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view post Posted on 8/1/2013, 12:38     +1   -1
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E lo chiedi a me? L'autore sei tu. :026nc4:
Comunque per me dovrebbero imparare qualcosa un pò entrambi: Tessa a non demonizzare sempre (perchè la guerra è guerra, impossibile farla senza mai sporcarsi le mani) ma al bastardone un pò di idealismo non farebbe male, altrimenti la via che sta percorrendo lo porterà ad una destinazione finale dove non si vedrà la differenza tra lui e i 'cattivi' che combatte.
 
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Tuatha De Danann
view post Posted on 8/1/2013, 13:49     +1   -1




Lo so XD
E' solo che il tuo ragionamento era molto avvincete e volevo vedere fino a che punto eri arrivato :)
Se va avanti di questo passo arriveremo ad un punto alla Death Note, non so se hai presete :Yoyo46.gif:
Oppure Turner riuscirà a farli rinsavire, magari prrendendo le teste di entrambi e schiantandole l'una contro l'altra :yociexp89.gif:
:103wq6:
Chissà che non si compensino assorbendo per osmosi AGHAGHAGAHAGHGAHAGAHGAHAGAHGAAGAHA
 
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view post Posted on 8/1/2013, 14:05     +1   -1
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Ah, se fossero stati due maschi, la testata sarebbe stata il mezzo migliore! :026nc4:
Ma siccome c'entra Tessa, non esiste che tolleri violenza su di lei. :1145534603cartelli2061jr1.gif:
Quindi il bastardone è avvisato! :frusta:
 
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Tuatha De Danann
view post Posted on 8/1/2013, 15:51     +1   -1




Ecco vedi gli vuoi male!
 
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view post Posted on 8/1/2013, 20:36     +1   -1
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Non è che gli voglio male, ma se prova a sfiorare Tessa, che ha già fatto soffrire tanto, non è certo possibile volergli bene. Capire non significa per forza giustificare.
 
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Tuatha De Danann
view post Posted on 8/1/2013, 20:42     +1   -1




Magari adesso saranno Tessa e Kaname a giocare con i suoi...
Sarebbe la giusta vendetta
 
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view post Posted on 8/1/2013, 21:47     +1   -1
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Vendetta contro il bastardone? Mi piace! :026nc4:
 
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Tuatha De Danann
view post Posted on 8/1/2013, 22:11     +1   -1




Beh basandosi su come le ha caratterizzate Gatoh (caratterizzazione che ho cercato di mantenere, e spero di eserci riuscito) Kaname mi sembra più vendicativa, Tessa... è più complessa, non giurerei che partirebbe all'attacco e falcidiasse il Bastardone.
 
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